un salto a Parigi
15 - 20 aprile 2010
di nuovo a Parigi dopo tanti anni di assenza.
Preparativi veloci, bagagli leggeri, volo low-cost, albergo (?): ecco gli ingredienti di questa scappatella di quattro giorni a Parigi. Ma, come si dice.... " a caval donato non si guarda in bocca".
Giovedì 15 aprile
Ore 6.15 pronti all'aeroporto di Ciampino! Volo Rayanair puntuale al minuto alla partenza 6.45 e altrettanto all'arrivo all'aeroporto di Beauvais alle 8.40. Alla faccia dei voli low-cost.
Beauvais però non è proprio Parigi e allora bus per la città e quasi un'ora e mezzo di viaggio e di traffico in prossimità del terminal a Porte Maillot. Metropolitana linea 1 direzione Chateau de Vincennes e veniamo catapultati a Place de la Bastille. Cartina alla mano da buoni turisti ci dirigiamo verso il nostro albergo con i nostri trolley regolamentari da meno di dieci chili e dopo una camminata di 30 minuti arriviamo all'hotel. Non è proprio quello che ci aspettavamo ma ... ci dobbiamo contentare. Scaricati i bagagli si decide per la visita alla Tour Eiffel. All'uscita dall' hotel scopriamo che proprio a cinquanta metri c'è la stazione Voltaire della Metro. Imbuchiamo dentro e di nuovo neanche dopo dieci minuti riemergiamo al Trocadero; che rabbia che mi fanno questi parigini!.
E' l'una passata ed un buon pranzetto sulla piazza, al "Le Malakoff" ci rimette in sesto. Foto d'obbligo sulla terrazza, discesa verso il Pont d' Ienà e via in fila per prendere il biglietto per salire su in cima al sommet. Si sale in cima. Che vuoi dire! Certo che lo spettacolo fa sempre effetto. Due giri, un caffè, due foto e si riscende con l'idea di fare tutto il lungo Senna lato sinistro fino a Place Saint Michel. Così facciamo solo che alla fine Simonetta è stanca ed invece di addentrarci nel quartier Latin e cenare prendiamo un taxi e ci facciamo portare diretti in hotel. Una volta rimessasi in piedi è l'ora di cena ed una salto a place Saint Michel è d'obbligo. Metro, due giri per le stradine e sosta al Le Cafè Latin per una bella cena. Dopo un "pichet di vin rouge" (1/2 litro) io sono euforico e vorrei andare all'Irish pub a bere un irish coffè, ma Simonetta é stanca e ritorniamo in albergo via metro, rimandando al domani l'irish coffè. Profondo sonno per tutti e due per tutta la notte.Venerdì 16 aprile
Oramai siamo integrati e parte della vita parigina. Ieri rive gauche oggi rive droite. Così piano piano si scende verso Place de la Bastille, si attraversa la Senna, si passa dall'ile de St. Louis a l'ile de la citè, Notre Dame, la Conciergerie, Chatelet e vai per rue de Rivolì, due foto alla piramide Miterrand del Louvre, fino ai Jardin des Tuileries. Si è fatta l'ora dello spuntino e cosa c'è di meglio di un bel paninazzo sotto al sole, seduti su delle comode poltroncine in ferro, insieme a centinaia e centinaia di parigini che si godono una giornata calda di pieno sole. Che belli che sono questi giardini, che spazi, che vista da un lato e dall'altro. Fatta la breve sosta ristoratrice ci rimettiamo in cammino: Place Vendome, La Madeleine, Place de la Concorde e poi l'infilata dei Champs Elysees. Sarà che io sono per le cose grandi, i grandi spazi, i grandi edifici, ma nonostante i miei anni trascorsi a Parigi, ogni volta che vengo qui mi sembra di riprovare lo stupore della prima volta. Saliamo fino all'Etolie e si incominciano a sentire i primi segni di stanchezza per cui decidiamo per un drink al Marriot Bar. Nel frattempo elaboriamo il piano per il pomeriggio-sera. Simonetta non è mai entrata al Louvre per cui ai i voti vince la visita corta al Louvre dopo le 18. E così sia. La nuova entrata del museo sotto la piramide è maestosa e ben organizzata. Poi un paio d'ore buone dentro il Louvre passando da una galleria all'altra; pittori italiani, Nike di Samotracia, La Gioconda (che non si vede nulla). Stanchi morti ed intontiti usciamo che sono le nove passate e lo stomaco borbotta. Siamo in zona vita parigina per cui ci spostiamo sempre a piedi su Place st. Michel e dopo qualche indagine optiamo per il St. Andrè des Arts, un bel ristorante come al solito con i tavolini piccoli piccoli tutti attaccati l'uno all'altro. Che lotta con le due fondute!. Come si dice, oramai siamo in ballo e all'uscita, tentati da tanti e tanti altri localini pieni di gente (giovane!) ancora non del tutto soddisfatti, crepe, calvados e finalmente il mio irish coffè ed altro. Fra una consumazione e l'altra ci levano un sacco di euro però ... ogni tanto .. Stanchi, un po' alticci (io), con i piedi infuocati rientriamo in albergo, rigorosamente via metro, che diventa sempre più un tragitto conosciuto. Infatti ... alla fermata della stazione Voltaire, è bastato prendere l'uscita al contrario sulla strada e complice la notte che falsa tutti i riferimenti, ci siamo persi, girando a vuoto una buona ventina di minuti per capire dove era la nostra via, passando da una strada all'altra senza renderci conto che ci stavamo dentro. In quella occasione lo scrivente nell'attraversare per l'ennesima volta una strada è inciampato a causa della "cianca matta" dico io, a causa del calvados dice Simonetta, ed è andato lungo per terra, battendo il mento, per cui è tornato in hotel sanguinante. Ricca dormita fino alla mattina seguente.
Sabato 17 aprile
Si incomincia a sentire voci di aeroporti bloccati e nubi vulcaniche. Non abbiamo comprato giornali e neanche visto i notiziari in TV per cui siamo completamente all'oscuro di tutto. Ma ci mettiamo poco a capire quale é la situazione. Per sdrammatizzare rimandiamo tutto al giorno successivo, tanto nessuno sa niente di preciso, e ci regaliamo una bella giornata a Versailles. Metro più RER e in una trentina di minuti si arriva. Due opzioni; o si acquista il biglietto all'agenzia all'uscita della stazione con un minimo sovrapprezzo, ma che permette una entrata veloce, oppure si va diretti al botteghino della reggia. Quasi tutti, noi compresi, optano per la seconda per poi ritrovarsi su un lungo lungo lungo serpentone in fila. Dopo un'ora di fila annunciano che i computer si sono bloccati e c'è da aspettare ancora non si sa quanto. Indovinate! E' l'ora dello spuntino e con Simonetta decidiamo di tornare indietro, acquistare i biglietti all'agenzia e mettere qualche cosa sotto i denti. Così facciamo e dopo un breve spuntino ad una specie di Mc Donalds, siamo subito dentro la reggia. A proposito! L'entrata costa 25 euro a persona! Mica poco! Prima si visitano gli appartamenti, la galleria degli specchi, l'affaccio sui giardini ... da mozzafiato ogni volta che ci si ritorna, poi si attacca con i giardini. E' caldo, una giornata praticamente in piedi, e quando hai fatto giù fino alla crociera e sei ritornato su, hai passato praticamente il pomeriggio e sei stanco. Si rientra all'hotel per una breve sosta e poi via di nuovo metro e bus fino a Montmartre. Confusione immane degna dei peggiori siti del basso turismo; traffico di auto, bistrot, cafè e ristoranti tutti attaccati l'uno all'altro. Però anche noi siamo turisti e come si dice "molto pittoresco". Cena in un grazioso localino chiamato "chez ma cousine" nulla da ridire e ricca passeggiata sulla terrazza per ammirare di nuovo il panorama notturno di Parigi con torre illuminata. Discesa a piedi per la scalinata e stradine limitrofe, regno dei peggiori negozi di venditori di souvenir, fino a Pigalle dove via metro si rientra alla base, non prima di aver sorseggiato un buon calvados.
Domenica 18 aprile
E' domenica e dovrebbe essere il giorno della partenza. Prepariamo i trolley con l'intento comunque di lasciare l'hotel, e li parcheggiamo lì. La nostra idea è di andare alla Gare de Lyon e vedere cosa succede. Nello scendere a piedi lungo Ave Ledrou Rollin verso la nostra meta ci imbattiamo in un mercato dell'usato che attira l'attenzione di Simonetta. Inoltre notiamo un grazioso Hotel "Nouvel Opera" che ci conferma la disponibilità di stanze per la sera. Arriviamo alla gare de Lyon. Il caos più assoluto regna in questo girone infernale. Migliaia e migliaia di persone allo sbando completo. Nessuna informazione certa. Le sole notizie che circolano sono: gli aeroporti sono chiusi non si sa fino a quando, tutti i treni per lasciare Parigi sono prenotati o fermi grazie anche ad uno sciopero. Niente bus, niente auto a noleggio. Siamo prigionieri di Parigi. La cosa non ci turba eccessivamente al punto che fatto ancora un tentativo a vuoto alla Hertz, decidiamo di restare in città e vedere cosa succede. Ritorniamo sui nostri passi, recuperiamo i nostri bagagli e ci trasferiamo al nuovo Hotel. Spuntino da qualche parte e poi ci viene l'idea di fare un tentativo al terminal della Ryanair a Porte Maillot. Lì troviamo un gruppo di disperati allo sbando che dovevano partire chi a metà giornata chi la sera; ma è tutto chiuso e si ripropongono le solite notizie. Tramite un noleggiatore di pullman incontrato lì, io e Simonetta riusciamo ad organizzare una fuga da Parigi verso Torino alle 8 di sera per 16 persone, e quando ci si conta e ci chiedono se vogliamo partire anche noi lasciamo lo spazio ad altri. Oramai siamo decisi a passare almeno un altro giorno a Parigi e, dato che si è fatto pomeriggio inoltrato, ci spostiamo di nuovo a Montmartre dove fra un po' di musica all'aperto, due saltimbanchi e un aperitivo sulla piazzetta facciamo l'ora di cena. La scelta del locale cade su Chez Eugene, proprio sulla piazza, fuori all'aperto in un simpatico angolino. Buona cenetta, discesa per la scalinata, occhiate distratte a qualche souvenir poi metro e rientro nel nostro grazioso alberghetto.
Lunedì 19 aprile
L'insicurezza dei nostri prossimi giorni parigini ci condiziona e ci spinge a ritornare alla Gare de Lyon per capire come la situazione è evoluta. Passiamo quasi tutta la mattinata nella Hall-biglietteria della stazione per convincersi che la situazione è notevolmente peggiorata. E' tutto paralizzato. Bisogna mettersi l'anima in pace; si parla di arrembaggi ai treni che partono per qualsivoglia destinazione. L'importante è lasciare Parigi. L'dea non ci piace affatto, e dopo un ultimo tentativo a Porte Maillot, più che altro per solidarietà con una giovane coppia di fiorentini, ci godiamo un bel pomeriggio con una lunghissima traversata a piedi della città fino alla Tour Montparnasse. Programmiamo la serata : scalata fino alla terrazza all'ultimo piano del grattacielo (almeno questo si!), cena al vicino e rinomato ristorante "La Tour d'Argent", e poi si vedrà. Saliamo su; si gode veramente di una vista eccezionale a 360° sulla città, soprattutto sulla terrazza esterna. Ci mettiamo al bar e mentre sorseggiamo un ricco aperitivo suona il telefono di Simonetta. E' la sorella che ci comunica che tramite l'interessamento di Mauro che conosce Trotta, "quello dei pullman" c'è la possibilità di un passaggio per noi, solo per noi, verso Roma, su un pullman in partenza alle 4 di questa notte da un certo Hotel "Premier Class" vicino a Roissy Charles De Gaulle. Prendere o lasciare. A questo punto non possiamo farci scappare l'opportunità: confermiamo che saremo lì all'appuntamento in un posto imprecisato ad un indirizzo approssimato. Tutta la serata si sconvolge. Scappa al nostro hotel che avevamo pure già pagato per preparare le valige ed organizzare il rendez vous con gli autisti del pullman. Simonetta è agitata, in parte anche io; l'indirizzo che ci è stato dato sembra un po' impreciso e non è proprio dietro l'angolo, quindi invece di andare via metro, optiamo per un taxi che prenotiamo dall'Hotel per le ore 23, grazie ad un giovanotto sveglio alla reception. Nel frattempo per ingannare l'attesa una bella cenetta ad un ristorante "l'enfant du sud" vicino l'hotel. Puntuale arriva il taxi che in meno di trenta minuti, non senza difficoltà, ci porta a questo indirizzo "Premier Class"". Scendiamo, paghiamo il taxi che scappa subito via nella notte, per accorgerci dopo un paio di minuti che non è l'hotel giusto. Niente pullman Trotta; Il nome dell'hotel è lo stesso ma ci dicono che si tratta di una catena di motel e ce ne sono tanti altri più o meno in zona. Porca puttana! Ed ora? Posto sconosciuto, lontano da tutto, deserto data anche l'ora. Fortunatamente abbiamo il cellulare dell'autista del pullman; chiamo questo poveraccio di Duilio che stava dormendo dopo una giornata di viaggio da Roma a Parigi. Insonnolito ci dà qualche indicazione vaga, molto vaga " dalle finestre vedo questo ... vedo una scritta rossa" .. ahh, andiamo bene! Questa è la caccia al tesoro! Ora siamo agitati tutti e due. Facciamo il punto della situazione e ci facciamo chiamare un altro taxi. Recitiamo le poche indicazioni che avevamo recuperato e gira gira arriviamo ad un altro Hotel con lo stesso nome. Saltiamo subito giù dal taxi per perlustrare la zona e finalmente, in fila insieme ad altri pullman, vediamo quello di Trotta. E' fatta!! Liquidiamo il taxi ed entriamo dentro l'Hotel. E' quasi mezzanotte e mezzo e dobbiamo aspettare almeno altre tre ore. Fino alle 4 vaghiamo insonnoliti fra le hall di un paio di Motel vicini (tali sono questi hotel nella zona) fra un caffè ed una bibita. Alle ore 3.45 puntuali siamo lì davanti, a presidiare il pullman, non si sa mai dovesse partire in anticipo o chissà altro. Alle 4 precise arriva un autista. E' fatta, l'aggancio è avvenuto.
Martedì 20 aprile
Aspettiamo il secondo autista che non si era svegliato in tempo, e verso le 4.30 partiamo per Roma. Uno svincolo per prendere l'autostrada A6 viene saltato per sbaglio, il successivo è chiuso per manutenzione, allora giro di tutto il "peripherique", poi ancora raccordi nella periferia parigina .. insomma alle 6 siamo ancora lì in cerca dello svincolo giusto che ci porti in autostrada. E per fortuna che l'autista conosce abbastanza bene il percorso (senza ironia). Finalmente, ritornati al punto di partenza imbocchiamo la giusta direzione. Che dire del viaggio? Un pullman extra lusso da 64 posti tutto riservato per noi. Si perchè il viaggio di ritorno era già stato praticamente pagato dalla comitiva di francesi che da Roma era stata traghettata a Parigi il giorno prima, e quindi non c'era nessun interesse di Trotta a caricare altra gente, soprattutto a prezzi stralciati. Si sonnecchia un po', poi prima sosta per la colazione all'alba, altra sosta per rifornimento di gasolio prima di lasciare la Francia (500 litri !), si costeggia Ginevra, di seguito il tunnel del Monte Bianco con vette sempre coperte di neve, e finalmente sbarchiamo in Italia. Pranzo verso le 14 in un autogrill ad Aosta, e poi giù diritti Torino Genova Livorno Firenze Roma. Anche gli autisti che ogni quattro ore circa si alternano al volante hanno fretta e sull'autostrada vanno spediti. Si fa notte e loro sono abituati alla guida di questi "treni", ma chi ha come noi l'occhio abituato alle dimensioni auto, i sorpassi, soprattutto quelli fra pullman o autotreni, sembrano al centimetro sugli specchi laterali. Simonetta ha paura e per confortarla gli dico che loro sono bravi e anzi guidano molto bene. E' quasi mezzanotte quando gentilmente ci lasciano alle Fosse Ardeatine. Sono passate 19 ore dal momento dell'imbarco. Saluti, ringraziamenti, due passi con i trolley rumorosi nella notte e siamo a casa. Ce l'abbiamo fatta! Veramente una piccola avventura da raccontare.
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Consuntivo spese di 6 giorni
5 pernottamenti € 300
11 pasti € 460
Trasporti metro e taxi € 100
Biglietti ingresso € 90
Bar € 110
Regali € 75
Sim Card + telefonate € 40
altro € 25
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TOTALE 1.200+ volo Rayanair
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...... giusto un veloce selezione di immagini